Il cioccolato è probabilmente il dolce preferito da grandi e piccini. Sono poche le persone in grado di resistere al cioccolato e, sin da quando lo si assaggia nella prima infanzia, è considerato quasi automaticamente il dolce ideale che ci segue per tutta la vita. Il cioccolato è stato usato sin dall’antichità per curare malattie, aumentare la forza, incrementare il desiderio e le funzioni sessuali, e molto altro. L’albero del cacao era già coltivato dagli aztechi centinaia di anni prima dell’arrivo degli europei (1).
Oggi, molti attribuiscono al cioccolato la colpa di essere un dolce che fornisce calorie “vuote”. Tuttavia, molti altri ammettono che il cioccolato li aiuta a concentrarsi e ad essere più produttivi durante lo studio o il lavoro. Entrambi i punti di vista appena citati hanno le loro ragioni, ma se vogliamo essere onesti e obiettivi dobbiamo innanzitutto analizzare gli ingredienti del cioccolato.
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Gli ingredienti del cioccolato
Passeremo ora in rassegna gli ingredienti più comuni del cioccolato. Ovviamente, ci sono diversi tipi di cioccolato con svariati tipi di ingredienti aggiuntivi come frutta secca, frutta, cereali, dolcificanti, eccetera. Tuttavia, quelli che seguono sono i componenti principali del cioccolato “semplice”.
Per primo c’è il cacao, che è il seme grasso, essiccato e fermentato, proveniente dal frutto dell’albero del cacao. La massa di cacao è la pasta prodotta dalle fave di cacao, macinate, tostate e private delle bucce, chiamate anche pennini. Essa consiste di polvere di cacao non grassa e di burro di cacao. La massa di cacao può essere riconosciuta sulle confezioni degli alimenti come “percentuale di cacao”. Dopo aver parzialmente ridotto il burro di cacao dalla massa, si ottiene la polvere di cacao (2).
Il processo di produzione del cioccolato consiste nei seguenti passi: fermentazione, essiccamento, tostatura, macinatura delle fave di cacao, mescolamento degli ingredienti (zucchero, burro di cacao, massa di cacao, emulsionanti, componenti del latte e aromi), concaggio e temperaggio (3).
Tipi di cioccolato
La quantità di massa di cacao nel prodotto finito determina quanto “nero” sia il cioccolato. Quando si parla di cioccolato al latte, si definisce quella varietà ottenuta con l’aggiunta di latte condensato o in polvere alla miscela di cioccolato. Il cioccolato più tipicamente consumato negli Stati Uniti e nel mondo è proprio il cioccolato al latte, che normalmente contiene il 10-12% di massa di cacao.
Il cioccolato fondente è spesso chiamato “nero” e deve contenere almeno 1/3 del peso di massa di cacao.
Troviamo infine il cioccolato bianco, che contiene solo burro di cacao (in quantità non inferiore al 20% del peso) mescolato con altri ingredienti come latte, zucchero, e così via (2).
Il contenuto nutrizionale del cioccolato
Più elevata è la percentuale di polveri di cioccolato, più alto sarà il contenuto di caffeina. 50 grammi di cioccolato fondente al 70% contengono circa 50-60 mg di caffeina, mentre una tazza da 250 ml di caffè contiene dai 100 ai 200 mg di caffeina (4).
Il cioccolato fornisce inoltre lipidi (acidi grassi saturi e monoinsaturi).
In aggiunta, una porzione da 100 kcal di cioccolato fondente contiene 1,7 g di fibre, mentre il cioccolato al latte e quello leggermente dolce hanno un contenuto di fibre rispettivamente di 0,6 g e 1,2 g ogni 100 kcal.
La fava di cacao fornisce molti minerali necessari per la funzionalità vascolare. Tra di essi troviamo il calcio, il rame, il potassio e il magnesio, che riducono il rischio di ipertensione e arteriosclerosi.
Inoltre, la polvere di cacao contiene fino a 50 mg di polifenoli per grammo, in particolare flavonoli, con funzione antiossidante (2).
Cioccolato e cervello
Il cioccolato contiene una serie di ingredienti che hanno il potenziale di influenzare la funzione neurocognitiva, tra i quali i carboidrati, che hanno effetti sul comportamento noti (5). Secondo uno studio del 2003, vi sono sempre più prove che la fornitura di glucosio può influenzare sia la memoria che l’umore, in particolare quando c’è un’intensa richiesta metabolica nel cervello (6). Gli altri componenti psicoattivi più importanti del cioccolato sono i flavonoli e due metilxantine: la caffeina e la teobromina (5).
Uno studio della durata di quarant’anni (5), che ha osservato lo stile di vita, la salute e le funzioni mentali di quasi un migliaio di soggetti negli Stati Uniti, ha scoperto che l’apporto di cioccolato era associato ad un miglioramento delle prestazioni cognitive. In una serie di test, il consumo di cioccolato è stato associato ad una migliore memoria e organizzazione visiva-spaziale, una migliore memoria operativa e prestazioni più efficienti in mini test mentali di carattere cognitivo e di memorizzazione.
Una volta mangiati e assorbiti, si è notato che i flavonoli si accumulano in aree del cervello coinvolte nell’apprendimento e nella memoria. Essi agiscono per migliorare il flusso sanguigno, proteggere contro i danni e favorire la produzione di proteine che a loro volta proteggono e controllano la crescita e lo sviluppo del tessuto nervoso, oltre che la funzionalità dei neuroni e la connettività del cervello (8).
La caffeina contenuta nel cioccolato aiuta a migliorare l’attenzione e le funzioni psicomotorie, in particolare in condizioni di affaticamento (5). La teobromina ha proprietà psicoattive simili a quelle della caffeina (5). La combinazione di caffeina e teobromina si è rivelata in grado di produrre una migliore funzionalità cognitiva e un livello di funzione/attenzione psicomotoria più efficiente, oltre ad una migliore memoria operativa in un rapporto direttamente dipendente dal dosaggio.
L’esatto meccanismo attraverso il quale i componenti del cioccolato possono portare benefici al processo cognitivo resta ignoto. Ci sono alcuni potenziali processi che potrebbero plausibilmente apportare benefici alla neurocognizione: il consumo di prodotti ricchi di flavonoli dal cacao può influire sull’attività neurale, migliorare la sensibilità all’insulina, migliorare la funzione endoteliale e il flusso sanguigno, abbassare la pressione sanguigna e altro ancora (5).
Il consumo di cioccolato fa quindi diventare più intelligenti?
Non c’è dubbio che il cioccolato abbia un elevato contenuto di calorie e che possa contribuire all’aumento di peso se consumato in eccesso. Inoltre, il suo contenuto di zuccheri è giustamente considerato come “calorie vuote”. Tuttavia, sono molti i benefici sulle abilità cognitive che il consumo di cioccolato può apportare. Perciò, la scelta più azzeccata è quella di mangiare varietà di cioccolato con un elevato contenuto di cacao per ottenere il massimo dagli ingredienti salutari delle fave di cacao, limitando al tempo stesso l’apporto di zuccheri.
Oggi esistono molti tipi di cioccolato tra cui scegliere. Alcuni di essi utilizzano dolcificanti naturali come la stevia, in grado di fornire al cioccolato un ottimo sapore ma senza le calorie dello zucchero. Se vuoi diventare intelligente, inizia scegliendo con attenzione il cioccolato che mangi, consumandolo con moderazione per godere del suo gusto e dei suoi benefici senza eccedere con gli zuccheri.
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Riferimenti
(1) Beckett S.T., “Traditional chocolate making”, In: Beckett S.T. (eds) “Industrial Chocolate Manufacture and Use”, Springer, Boston, MA, 1994
(2) Katz D., Doughty K. and Ali A., “Cocoa and Chocolate in Human Health and Disease”. Antioxidants & Redox Signaling, 15(10), 2011, pagg. 2779-2811
(3) Barišić V., Kopjar M., Jozinović A., Flanjak I., Ačkar Đ., Miličević B., Šubarić D., Jokić S. e Babić J., “The Chemistry behind Chocolate Production”. Molecules, 24(17), 2019, pag. 3163.
(4) The Nutrition Source, “Dark Chocolate”, 2020 [https://nutritionsource.hsph.harvard.edu/food-features/dark-chocolate/ consultato il 17 marzo 2020].
(5) Scholey A. e Owen L., “Effects of chocolate on cognitive function and mood: a systematic review”, Nutrition Reviews, 71(10), 2013, pagg. 665-681
(6) Benton D. e Nabb S., “Carbohydrate, Memory, and Mood”. Nutrition Reviews, 61 (suppl. 5), 2003, pagg. S61-S67
(7) Crichton G.E., Elias M.F., Alkerwi A., “Chocolate intake is associated with better cognitive function: The Maine-Syracuse Longitudinal Study”, Appetite, Volume 100, 1 maggio 2016, pagg. 126–132
(8) Kwok C.S., Boekholdt S.M., Lentjes M.A.H., Loke Y.K., Luben R.N., Yeong J.K., Wareham N.J., Myint P.K., Khaw K.-T., “Habitual chocolate consumption and risk of cardiovascular disease among healthy men and women”, Heart, giugno 2015